Scisma d’America

Scisma d’America

Il Vaticano e Washington divergono apertamente sul ruolo della Chiesa nel mondo. Mentre i cattolici statunitensi la vorrebbero ancorata al quadrante europeo e nordamericano, Papa Francesco ricerca l’umanità tutta. Con approccio post-occidentale e universalista, noncurante del malcontento americano.

L’occhio di Bergoglio scandaglia orizzonti globali. In cerca di sponde, dal Sudamerica all’Asia. Senza rossore si rifiuta di distinguere tra imperi buoni e cattivi. Equidistante tra Russia e Ucraina nel conflitto europeo, ammicca verso la Cina (anche) alla ricerca di nuovi fedeli. E con Pechino ha siglato e rinnovato uno storico accordo sulla nomina dei vescovi.

Ma lo scontro con Washington, latente dall’inizio del pontificato di Francesco, si è acceso nelle scorse settimane. A novembre Bergoglio avrebbe sospeso casa e stipendio al cardinale Burke, apparentemente reo di avere criticato il papato. Poco dopo ha poi rimosso dalla diocesi texana di Tyler il vescovo conservatore americano Joseph Strickland, da anni in netto contrasto con le scelte del Papa argentino.

Lo smacco è eclatante. Perché la prassi in questi casi prevede le dimissioni spontanee del vescovo anziché la rimozione da parte del pontefice. Ennesima cartina tornasole di un rapporto complesso tra la Chiesa d’oltreoceano e Francesco. Con quest’ultimo che nel 2019 aveva accusato i vescovi americani di avere «compromesso la credibilità della Chiesa con peccati e crimini».

Al centro delle divergenze vi sarebbe l’accusa rivolta al pontefice di adottare politiche eccessivamente progressiste in tema di diritti civili. Ma lo scontro si gioca negli abissi della dimensione geopolitica. Con Bergoglio intento a raccontare un «mondo poliedrico» e fautore di una politica estera multilaterale. In cerca di dimensione universale per smarcarsi dalla bolla Occidentale. E dall’occhio attento di Washington.

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