La morte di Navalny non accenderà la Russia

La morte di Navalny non accenderà la Russia

Accolta con pathos in Occidente, la morte del principale oppositore del Cremlino non ha smosso le coscienze dei russi. Eppure l’omicidio di Navalny potrebbe porre nuovamente Mosca al centro del dibattito e rinvigorire il supporto occidentale all’Ucraina.

Nel 2020, dopo essere stato avvelenato dai servizi di sicurezza russi, Navalny trascorse diversi mesi negli ospedali tedeschi. Nonostante l’offerta di asilo (con il benestare del Cremlino), l’anno successivo tornò in Russia, dove fu immediatamente arrestato. Da dicembre si trovava in un carcere siberiano di massima sicurezza.

In Russia Navalny non godeva di seguito consistente, limitandosi a incarnare la richiesta di cambiamento di una ridotta frangia della popolazione. Pur non vedendo nell’oppositore un rivale davvero insidioso, le responsabilità della morte – dirette e indirette – sono da attribuire al Cremlino.

Sul campo di battaglia Mosca continua ad affrontare la resistenza ucraina. Dopo il cambio del capo delle Forze armate, le truppe di Kiev si sono ritirate da Avdiivka. Ma anche senza un ricambio militare adeguato, l’Ucraina sta impedendo lo sfondamento russo nel Donetsk.

La stanchezza dell’Occidente verso la guerra si è materializzata con lo stallo nell’invio di armi. La morte di Navalny, che irrompe nel dibattito interno agli Stati Uniti, potrebbe facilitare lo sblocco degli aiuti verso Kiev.

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