Il controllo delle dorsali marittime riveste un elemento imprescindibile per ogni collettività. Ancor più per l’Italia, stagliata al centro del Mediterraneo, che vanta quasi l’80% dei propri confini con le acque. Oggi Roma è impegnata in missioni marittime nazionali, europee e Nato.
Mare Sicuro è la principale operazione marittima dello Stivale. Iniziata nel 2015, si prefigge di garantire il monitoraggio del Mediterraneo, la sicurezza delle infrastrutture strategiche, la difesa dei confini nazionali e il transito commerciale marittimo.
Dal 2011 la Nato controlla lo spazio marittimo nell’area mediterranea con l’operazione Sea Guardian. Gli Stati membri, a rotazione, si impegnano a contrastare il terrorismo e garantire la sicurezza di gasdotti, oleodotti e cablaggi sottomarini.
Di concerto con gli Stati europei, Roma è impegnata nella sorveglianza delle acque libiche, del Mar Rosso e del Corno d’Africa. La missione Irini si propone di contrastare i flussi migratori provenienti dalla Libia e intercettare il contrabbando di armi e petrolio.
Mascherata dietro l’egida di Bruxelles, l’Italia monitora anche le acque del cosiddetto «Mediterraneo allargato». Dal 2008 l’operazione Atlanta sorveglia le acque al largo della Somalia per contrastare la pirateria e garantire il traffico commerciale nel Corno d’Africa.
Da gennaio Italia, Francia, Germania e Grecia hanno dato il via alla missione Aspides per scortare dagli attacchi degli huthi le imbarcazioni nel Mar Rosso dirette verso il Mediterraneo. A differenza della missione statunitense, Aspides ha natura puramente difensiva.